Dojo Kun
Si dice che il Dojo Kun sia stato stato introdotto nella tradizione del Karate per garantire la condotta corretta dei suoi praticanti e che fosse considerato una sorta di comandamento da rispettare anche al di fuori dell’ambiente proprio del Karate.
Nota: La formulazione in lingua giapponese viene scritta in caratteri romani con le frasi sotto riportate, la cui pronuncia naturalmente è influenzata dal fatto che i caratteri giapponesi KANJI (ideogrammi) non sono culturalmente traducibili in termini grammaticali convenzionali e quindi l’esposizione è da considerarsi esclusivamente fonetica.
Inoltre, poichè il KANJI esprime un concetto e non una parola, ogni frase può assumere sfumature diverse nell’interpretazione, pur mantenendone inalterato il significato.
:: DOJO KUN (DO = via; JO = luogo; KUN = regola, dovere) ::
ITOTSU (si ripete prima di ognuna delle cinque regole)
JINKAKU KANSEI NI TSUTOMURU KOTO Raggiungere la perfezione del Carattere
MAKOTO NO MICHI O MAMURU KOTO Perseguire la strada della Sincerita’
DORYOKU NO SEISHIN O YASHINAU KOTO Elevare il nostro Spirito alla sforzo
REIGI O OMONZURU KOTO Esaltare il Rispetto e la Sincerita’
KEKKI NO YU O IMASHIMERU KOTO Controllare lo Spirito istintivo
L’utilizzo del Dojo Kun prima della pratica deve essere proposto ad adepti di discreto livello, allorche’ gli stessi siano coscienti dell’importanza e della necessità di mantenere, conservare e tramandare le forme originali di allenamento, non solo dal punto di vista tecnico ma anche per quanto riguarda l’aspetto formale, culturale ed etico.
Esistono altre forme di enunciazione, anch’esse chiamate Dojo Kun, ed utilizzate da scuole diverse, ma quella sopracitata e’ la piu’ attendibile dal punto di vista storico in quanto se ne trovano tracce sia nei rarissimi manoscritti di Sakugawa e Matsumura, sia in quelli piu’ recenti del maestro Funakoshi.